Ormai gli ATP Finals non sono più un torneo solo per gli appassionati. Quello che va in scena nei campi da tennis di Torino è diventato uno show nazionale – anzi, mondiale – che polarizza l’attenzione dei media e del pubblico, anche di chi non ha ancora capito perché il punteggio sia 15-30-40. E in uno show live che coinvolge decine di sportivi, e ancora più operatori tecnici, la comunicazione è cruciale. Per questo, Fox Sound Service si è affidato al sistema intercom wireless Riedel Bolero, con un dispiego di 64 canali.
Come è andata? Lo abbiamo chiesto a Carlo Volpe e Giacomo Mandelli, rispettivamente titolare e Tecnico Audio di Fox Sound Service, e Alessandro Sdrigotti, Pre Sales Engineer Prase che ne ha supportato il set-up in loco.
D: Ciao Giacomo, siamo curiosi di entrare nel dietro le quinte degli ATP Finals, perlomeno dal punto di vista tecnico. In che ambiente vi siete trovati ad operare?
Giacomo Mandelli: Il torneo si svolge all’interno del Pala Alpitour di Torino, che è la più grande arena sportiva al coperto d’Italia. Ma la criticità non è legata alle dimensioni importanti dell’arena quanto all’ambiente RF estremamente articolato e imprevedibile. Per tutta la durata del torneo devono convivere i segnali RF dei radiomicrofoni, i sistemi audio di sicurezza come quelli della polizia e del pronto soccorso, gli allestimenti radio delle emittenti televisive sia fisse che ospiti, e le celle telefoniche. Per non parlare della massiccia presenza di smartphone e dei LEDwall che creano interferenze elettromagnetiche.
D: Sembra il presupposto perfetto per qualche intoppo. Come vi siete mossi in preproduzione?
Alessandro Sdrigotti: Per questo al sopralluogo abbiamo unito tante competenze ed esperienze diverse. In preproduzione ci siamo focalizzati sul posizionamento ottimale delle antenne, sulla conoscenza di tutte le fonti RF presenti dentro e in prossimità del palazzetto, cercando di tenere le antenne il più distante possibile dalle sorgenti di disturbo. Poi abbiamo definito il numero di antenne necessarie a coprire tutta l’area in base anche al numero di bolero che si dovevano agganciare in quella zona. Abbiamo effettuato anche una prima scansione nelle bande Dect. A tal proposito si è rivelata molto utile la monitoring App, per avere a colpo d’occhio un quadro visivo esatto di chi occupa quale range di frequenza, conteggiando quanti Bolero possono agganciarsi ad ogni zona. In tutto questo siamo stati costantemente supportati dal team di Riedel Italia, Gabriele Viscardi e Giuseppe Angilello.
D: E la copertura ha retto l’imprevedibile dinamicità degli operatori del torneo?
Giacomo Mandelli: Non vi è mai stato alcuno sgancio, tantomeno nel passaggio da un’antenna all’altra. Forse, prevedere il numero di persone per area di copertura era la sfida maggiore, ma il setup e gli accorgimenti in preproduzione ci hanno garantito una copertura perfetta. Inoltre, abbiamo testato che reggeva anche lungo tutto il perimetro esterno e nella zona degli OBVAN broadcast, zone al di fuori della richiesta. Abbiamo messo in campo una matrice intercom Riedel da 64 canali, quaranta belpack totali e otto antenne, oltre a cinque pannelli fissi e tre stazioni NSA. I diciotto input e output analogici ci hanno permesso inoltre di interfacciarci con intercom di terze parti, con il mixer di sala e con il sistema di comunicazione secondaria con cui gli operatori inglesi coordinavano ragazzi responsabili del cambio scena. Una NSA inoltre, è stata utilizzata per la gestione dei GPIO per il PTT delle radio Motorola.
D: Un setup davvero importante, e in gran parte utilizzato anche da persone tecnicamente inesperte. Come è andata?
Giacomo Mandelli: Molto meglio del previsto. Abbiamo preparato due pre-configurazioni, una per i profili più tecnici con una maggiore libertà di personalizzazione, e una di produzione, semplicemente funzionale alla comunicazione. Praticamente tutti, dal personale d’ufficio agli operatori delle regie mobili, hanno ascoltato le nostre poche istruzioni, indossato le cuffie e iniziato a comunicare, muovendosi fra le proprie attività. Abbiamo anche aggiunto un servizio di ascolto in alcune stanze, in modo da permettere anche chi è più distante dal campo da gioco, di essere sempre allineato.
D: Non male. E come operatori quali altre caratteristiche di Bolero avete apprezzato?
Giacomo Mandelli: Sicuramente la durata della batteria. Dodici ore di utilizzo continuo, e nessuna necessità di pit-stop tecnico. Ci riconsegnavano i bel pack a mezzanotte e vi era ancora batteria residua. Tenendo anche conto che l’ultima versione firmware ci permette di monitorare lo stato delle batterie in carica…diciamo che ha semplificato molto l’operatività. Altro aspetto importante è la flessibilità di utilizzo. Alcuni operatori televisivi, quando stazionavano in un posto, per comodità toglievano la cuffia e appoggiavano il Bolero al piano, o chi usava versione da tavolo poteva sganciarsi continuando ad usarlo in movimento in modalità walkie-talkie. Una libertà che solo un intercom wireless può garantire. un ulteriore plus di bolero è legato alla possibilità di poter agganciare via bluetooth, il proprio smartphone, permettendo al personale di produzione di rimanere connessi alle comunicazioni ATP e poter parlare al telefono allo stesso momento.
Carlo Volpe: Chi non ci lavora, non può davvero capire la complessità operativa degli ATP Finals. E nemmeno il perfezionismo tecnico richiesto. Il nostro impegno pluriennale in questo torneo ci ha portati ad un potenziamento della dotazione tecnica, di cui quello nel sistema intercom Riedel, è solo uno dei più recenti. Non possiamo che essere orgogliosi del percorso fatto come Fox Sound, aspettando solo le prossime opportunità.